Sintesi del video e punti chiave
In questo contesto, si sta studiando il possibile ruolo preventivo di una supplementazione del progesterone, che aumenta in misura significativa durante la gravidanza e ha fra i suoi scopi quello di ridurre il più possibile l’attività contrattile uterina.
Che cosa ci dicono gli studi clinici sull’efficacia del progesterone nel ridurre il rischio di parto pretermine?
In questo video, la professoressa Benedetto illustra:
- come ogni strumento che riduca l’incidenza del parto prematuro possa avere un impatto positivo sulla qualità di vita delle donne e dei bambini, e sulla salute pubblica;
- i risultati di una metanalisi Cochrane del 2013, secondo cui la somministrazione di progesterone, nelle gravidanze singole, alle donne che abbiano già avuto un parto prematuro, riduce in modo significativo il rischio di parto pretermine prima delle 34 settimane, di mortalità, di peso alla nascita inferiore ai due chilogrammi e mezzo, e di ricorso alla terapia intensiva neonatale;
- come un secondo studio confermi la riduzione del rischio di parto pretermine nelle donne che accusino un accorciamento della cervice uterina valutato ecograficamente;
- come non sia ancora stato dimostrato se e in che misura il positivo effetto del progesterone sia correlato alla via di somministrazione, al momento di inizio della terapie e alla dose cumulativa settimanale;
- le indicazioni di un altro recente lavoro, secondo il quale il progesterone somministrato nelle gravidanze gemellari riduce del 30% il rischio di parto pretermine prima delle 28 settimane, e dimezza il rischio di mortalità e morbilità neonatale;
- come quest’ultima indagine sia stata condotta su numeri limitati e debba quindi essere confermata da ulteriori studi randomizzati e condotti su casistiche più ampie.
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