Intervista alla Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano
A cura di Anna Gallicchio
Sintesi dell'intervista e punti chiave
Uno dei fattori che può provocare infertilità nelle giovani è la chiusura delle tube: un disturbo che normalmente si verifica a seguito di una grave infiammazione e che viene individuato perché, in occasione di un esame detto isterosalpingografia, la tuba dimostra di essere non “pervia” al mezzo di contrasto, ossia come otturata da una cicatrice. E’ di fondamentale importanza ricordare come la maggior parte delle infiammazioni di questo tipo sia determinata da malattie sessualmente trasmesse, e dalla Chlamydia in particolare: una patologia pressoché asintomatica, ma capace di danneggiare gravemente il delicatissimo epitelio ciliato e le pareti stesse della struttura tubarica, condannando così la donna – in caso di lesione bilaterale – all’infelicità di non poter avere i figli desiderati anche molti anni dopo il contagio. In positivo, il problema può essere evitato con un uso costante del profilattico e periodici esami di controllo. A che cosa servono le tube? Quali danni può provocare la Chlamydia? Una donna che presenti una tuba non pervia può comunque avere bambini? Che cosa è opportuno fare per prevenire il problema e affrontare l’eventuale gravidanza nel migliore dei modi? In questa intervista illustriamo: - il ruolo svolto dalle tube nella fecondazione della cellula uovo ad opera degli spermatozoi, e nel successivo trasporto dell’uovo fecondato in utero, in vista dell’annidamento; - le caratteristiche cliniche dell’infezione da Chlamydia; - i danni che il germe può provocare alle tube: lesione dell’epitelio ciliato, con conseguente rischio di gravidanza extrauterina; chiusura totale, con rischio di infertilità; - perché, nel caso in cui una tuba risulti chiusa, è necessario che l’altra sia perfettamente integra, per poter affrontare la gravidanza con serenità e buone probabilità di successo; - l’opportunità di rivolgersi tempestivamente al ginecologo di fiducia, quando il figlio desiderato non arrivi o si sospetti di aver contratto l’infezione, sia per accertare le cause reali dell’ipofertilità, sia per scongiurare l’eventuale rischio di una gravidanza extrauterina; - il contributo dell’acido folico nel proteggere il decorso della gestazione, con particolare riferimento alle malformazioni del tubo neurale e ai rischi di parto gravemente prematuro; - l’importanza che la coppia assuma un atteggiamento responsabile nei confronti delle malattie sessualmente trasmesse e della propria salute, con un utilizzo assolutamente costante del profilattico.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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