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Disfunzioni del pavimento pelvico: il ruolo della fisioterapia

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Disfunzioni del pavimento pelvico: il ruolo della fisioterapia

15/07/2014

Dott.ssa Arianna Bortolami
Fisioterapista e Consulente in Sessuologia, Padova

A cura di Flavio Vitali
Intervista rilasciata in occasione del Corso ECM su “Dolore in ostetricia, sessualità e disfunzioni del pavimento pelvico. Il ruolo del ginecologo nella prevenzione e nella cura”, organizzato dalla Fondazione Alessandra Graziottin per la cura del dolore nella donna Onlus, Milano, 6 giugno 2014

Sintesi del video e punti chiave

La fisioterapia affianca validamente la medicina nella cura delle disfunzioni del pavimento pelvico, ossia delle condizioni di ipertono e ipotono che possono colpire la struttura muscolare che chiude in basso il bacino. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Arianna Bortolami, di Padova, in occasione di un recente corso ECM organizzato dalla Fondazione Alessandra Graziottin.
Che sintomi provocano le disfunzioni del pavimento pelvico? In che modo agisce la fisioterapia? Per quanto tempo deve durare la riabilitazione? Ci sono controindicazioni all’utilizzo di queste tecniche?
In questo video, la dottoressa Bortolami illustra:
- che cos’è il pavimento pelvico;
- le condizioni di ipertono e ipotono muscolare;
- i sintomi che possono provocare a livello urologico, anorettale, ginecologico e sessuale;
- l’obiettivo della fisioterapia;
- come l’esercizio terapeutico sia la tecnica fisioterapica più importante e miri a restituire al pavimento pelvico la capacità di contrarsi e rilassarsi correttamente;
- la durata tipica di una seduta;
- come l’estensione della riabilitazione dipenda dalle condizioni di partenza della donna, dal tipo di disturbo e dai progressi che via via vengono registrati;
- l’importanza di un atteggiamento collaborativo da parte della paziente;
- come non esistano sostanziali controindicazioni a una fisioterapia ben condotta;
- le attenzioni da avere in gravidanza;
- come la fisioterapia sia una disciplina in rapida diffusione, anche se in Italia ci sono ancora aree poco servite da centri qualificati.

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