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Contraccezione ormonale in Italia: tendenze attuali e obiettivi da perseguire

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Contraccezione ormonale in Italia: tendenze attuali e obiettivi da perseguire

22/03/2016

Prof.ssa Valeria Dubini
Direttore SC ASF 10 di Firenze
Consigliere nazionale della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO)

A cura di Flavio Vitali
Intervista rilasciata in occasione del 90° Congresso Nazionale della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), Milano, 20 ottobre 2015

Sintesi dell'intervista e punti chiave

In Italia, la contraccezione ormonale continua ad essere un argomento controverso: a fronte della forte domanda che proviene dalle donne, raccolta anche attraverso il sito “ScegliTu” della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), permane una certa resistenza da parte dei medici a fornire informazioni esaustive. Ciò si riflette anche sul consumo di contraccettivi ormonali, fra i più bassi in Europa.
Ne parliamo con la professoressa Valeria Dubini, che illustra:
- come nel 50 per cento dei casi, la richiesta di informazioni da parte delle donne rimanga insoddisfatta;
- i principali motivi di questa situazione: una certa diffidenza verso gli ormoni, tipica del nostro Paese, anche da parte delle donne; le conoscenze non sempre aggiornate dei medici; e, nel caso del dispositivo intrauterino (IUD), il timore degli specialisti – alimentato anche da non pochi vincoli assicurativi – di affrontare l’intervento manuale richiesto dalla sua inserzione;
- come la pillola resti il tipo di contraccettivo ormonale più diffuso;
- il crescente consenso intorno a un recente dispositivo intrauterino che contiene una bassissima dose di levonorgestrel e offre una piena sicurezza sul fronte della protezione contraccettiva e dalle infezioni;
- gli elementi e gli atteggiamenti della consulenza contraccettiva ideale nel confronti della donna in consultazione;
- l’importanza di fornire ai medici una formazione aggiornata, sin dagli anni dell’Università.

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