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Assistere alla nascita di un figlio: una sfida difficile per molti papà

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Assistere alla nascita di un figlio: una sfida difficile per molti papà

Assistere alla nascita di un figlio: una sfida difficile per molti papà

20/06/2009

Intervista alla Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di Roberta Lupi e Valeria Colangelo (Radio Radio)

Sintesi dell'intervista e punti chiave

Assistere al parto, oppure no? E’ il dilemma di molti uomini, quando la loro compagna chiede compagnia e conforto nel momento culminante della gravidanza. Le donne, oggi, tendono a insistere perché il partner sia presente in sala parto, nella convinzione che ormai tutti i futuri papà debbano farlo senza incertezze. Va invece detto con chiarezza che, se il partner non si sente di partecipare, è bene non insistere: si può essere un marito straordinario, aver desiderato immensamente il bambino che sta per nascere, essere in futuro un ottimo padre, e tuttavia sentire che questa esperienza potrebbe essere troppo traumatica. I dati Istat, inoltre, indicano come le percentuali di presenza in sala parto siano molto diverse da regione a regione: si va dall’87,8% nel Nord-Ovest, e l’83,9% nel Nord-Est, al 68,9% in Centro Italia e al 31,1% al Sud. La realtà, quindi, è molto variegata e la presenza dell’uomo non deve essere ritenuta né ovvia, né obbligatoria.
Perché il parto può essere traumatico per il futuro papà? Per contro, quali emozioni positive può offrire? Come mediare fra il desiderio di lei e i dubbi di lui? Un corso di preparazione al parto può aiutare anche l’uomo ad affrontare serenamente questo momento?
In questa intervista illustriamo:
- quali aspetti del parto possono risultare più traumatici: la vista del sangue, soprattutto se abbinata alle grida di dolore della donna e alla concitazione del personale sanitario; l’odore del disinfettante; l’aspetto medicalizzato e asettico dell’ambiente; il senso di impotenza e di colpa per la sofferenza della donna; l’impatto dell’episiotomia, il taglio che può essere fatto per agevolare l’uscita del piccolo;
- come un uomo traumatizzato da questi eventi possa andare incontro a disturbi anche gravi e prolungati del desiderio, con un netto peggioramento della qualità della relazione di coppia;
- i fattori che possono influenzare le percentuali di presenza fra le diverse regioni: emotivi, affettivi, culturali, ma anche tecnico-organizzativi, ossia legati all’effettiva ricettività delle strutture ospedaliere;
- le emozioni belle e indimenticabili di chi riesce a vivere bene il momento del parto: intimità, tenerezza e gratitudine per la propria compagna; orgoglio per il piccolo che viene alla vita;
- come condividere il tempo del travaglio sia un ottimo modo per rispettare il desiderio di lei e quello di lui;
- i vantaggi offerti a entrambi i futuri genitori dai corsi di preparazione al parto organizzati dagli ospedali.

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