EN
Ricerca libera
Cerca nelle pubblicazioni scientifiche
per professionisti
Vai alla ricerca scientifica
Cerca nelle pubblicazioni divulgative
per pazienti
Vai alla ricerca divulgativa

Stavo per dirti addio

  • Condividi su
  • Condividi su Facebook
  • Condividi su Whatsapp
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su Linkedin
24/09/2008

Paolo Silenziario, Antologia Palatina, Libro V, 241
Tratto da: Salvatore Quasimodo, Fiore dell'Antologia Palatina, Guanda, Parma 1958 - Garzanti, Milano 1977

Guida alla lettura

Questo epigramma ritrae con intensa delicatezza la nostalgia per la persona amata, e ci insegna come un amore non altèro – capace di riconoscere nell’altro la sorgente della propria speranza – possa ricomporre i contrasti della vita.
L’accenno all’Acheronte, fiume dell’oltretomba secondo gli antichi Greci, e il soffio quasi impercettibile di quell’addio, suggeriscono però un secondo livello di lettura, certamente allegorico ma non arbitrario: l’amore può soccorrere nella malattia, può perfino salvare dalla morte, se sa aiutare chi soffre a risvegliare le energie vitali nascoste nel profondo del proprio cuore.
Stavo per dirti “Addio”, ma ho frenato
la voce e sono qui ancora con te.
Quanto l’odiosa notte d’Acheronte
io temo la tua amara lontananza.
Come la tua luce è simile al giorno!
Ma il giorno è muto
e tu invece mi porti la tua voce,
più dolce di quella delle Sirene.
Ad essa è legata ogni mia speranza.

Biografia

Poco sappiamo di Paolo, vissuto a Bisanzio nel VI secolo dopo Cristo e detto “Silenziario” (Silentiarius) dall’incarico di cerimoniere ricoperto nel consiglio imperiale (silentium) di Giustiniano I.
La sua fama è legata in particolare agli epigrammi amorosi in lingua greca, giuntici attraverso l’Antologia Palatina. Di questa particolare forma letteraria, che rifiorirà durante il Rinascimento soprattutto fra i poeti italiani, è una delle ultime grandi voci.
Parole chiave di questo articolo
Sullo stesso argomento per pazienti

Il dolore e la cultura

Il dolore e la cultura

Il dolore e la cultura

Il dolore e la cultura

Il dolore e la cultura

Vuoi far parte della nostra community e non perderti gli aggiornamenti?

Iscriviti alla newsletter