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L'importanza della competenza

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30/01/2009

Le vostre lettere alla nostra redazione

Mi chiamo Enrica e ho 28 anni. Ho avuto la mia prima candida a 14 anni e da quel momento è stato un susseguirsi di infiammazioni vaginali e cistiti senza tregua; sono stata visitata in totale da sei ginecologi, ma nessuno di loro è stato in grado di venirne a capo. L’iter era sempre lo stesso: mi facevano fare tamponi vaginali e/o urinoculture, mi bombardavano di antibiotici e, quando ritornavo da loro nelle stesse condizioni di prima, “tentavano” con un’altra cura. Mi sono anche rivolta a un urologo, che mi ha prescritto una cistoscopia, e ho persino fatto i test allergologici e di intolleranza alimentare, ma ovviamente tutti questi esami hanno dato esito negativo...
La cosa è andata avanti per ben 7 anni, durante i quali sono stata presa più volte dallo sconforto (per non parlare dei milioni di lire sprecati in visite e medicinali): ero arrivata a pensare di essere fissata o ipocondriaca! A causa di questo problema, non ho potuto vivere serenamente la mia adolescenza: mentre le mie amiche si divertivano spensieratamente, la mia preoccupazione era unicamente quella di trovare una via d’uscita da questa situazione, e stare finalmente bene. Mi ero quasi rassegnata all’idea di vivere così, ogni giorno con quel tarlo che mi logorava.
Ma poi, grazie a una trasmissione televisiva, ho deciso di fare l’ultimo tentativo, e sono andata a Bologna da una giovane dottoressa. Risultato: ancora adesso mi chiedo perché non l’abbia fatto prima! Di solito, quando raccontavo la mia storia, i medici rimanevano sbigottiti e increduli (atteggiamento, fra l’altro, molto poco rassicurante); a Bologna, invece, mi sono sentita rispondere: «Sei nel posto giusto». Ero praticamente già guarita, almeno psicologicamente. Diagnosi: vestibolite vulvare. Mi sono rincuorata, perché pensavo di essere una mosca bianca.
Di lì in poi ho risolto il mio problema, ma gradualmente, a piccoli passi, con impegno, calma e pazienza costanti. Ho capito finalmente che tra il nostro organismo e la nostra mente c’è un sottile ma forte legame, e che ogni parte del corpo è a sua volta collegata a un’altra: e che nervosismo, infiammazioni vaginali, cistiti, stitichezza erano tutte patologie che andavano di pari passo, l’una richiamava l’altra e viceversa, e quindi andavano affrontate nel loro insieme.
Per farlo, ho dovuto innanzitutto imparare ad avere più confidenza col mio corpo, e questo grazie allo stretching vaginale, che per me si è rivelato fondamentale. Mi sono anche dovuta mettere in testa che era necessario un cambiamento sia della mia personalità (troppo ansiosa e remissiva) che del mio stile di vita (addio amati pantaloni, slip sintetici, gambe accavallate, posture e alimentazione scorretta, abbuffate di dolci...).
Oggi posso finalmente dire di star bene. Ovviamente sono consapevole del fatto che ormai infiammazioni vaginali e cistiti sono il mio punto debole, sempre “in agguato” nei periodi di forte nervosismo, stress o debolezza. Ma ora so come riuscire ad evitarle: infatti tutt’ora pratico lo stretching vaginale, che mi aiuta a stare meglio e ha inoltre benefici effetti sulla mia vita sessuale.
E ora mi chiedo: com’è possibile che nessuno dei ginecologi della mia città sia stato in grado di risolvere il mio problema? I testi universitari e di aggiornamento scientifico non dicono forse tutti le stesse cose?! E allora come mai, prima che andassi a Bologna, nessuno specialista della mia zona è stato in grado di risolvere la mia situazione?! E’ evidente che la risposta sta nella diversa professionalità dei medici: solo alcuni si impegnano seriamente nel loro lavoro, si prendono cura dei loro pazienti considerandone scrupolosamente i sintomi senza però sottovalutare il lato umano, e si mantengono costantemente aggiornati.
Tra l’altro, dopo un periodo iniziale di riservatezza sul mio problema (dovuto soprattutto al fatto che per me la cura principale era stata lo stretching, cosa un po’ imbarazzante da spiegare), ultimamente ho iniziato a raccontare la mia storia anche ad altre ragazze: e ho scoperto che praticamente tutte vivono un’esperienza simile alla mia, soffrono di vaginiti e/o cistiti ricorrenti e che non riescono a trovare rimedio. E’ evidente che il problema è molto più diffuso di quanto si possa immaginare, è arrivato il momento di prenderne consapevolezza, affrontarlo e far crescere l’informazione in proposito a beneficio di tutte le donne.
Ma le mie disavventure non sono finite: circa un anno e mezzo fa ho deciso di interrompere definitivamente l’assunzione di contraccettivi ormonali, di cui facevo uso da circa 5 anni; successivamente, il flusso del ciclo mestruale è andato sempre più calando, mentre aumentava stranamente il dolore. Mi sono rivolta a un ginecologo, il quale mi assicurato che ero “sana come un pesce”, e che quello era il mio “equilibrio” naturale. Con il passare del tempo, però, le mestruazioni, seppur puntuali, sono andate praticamente scomparendo, e contestualmente i dolori si sono acutizzati sempre di più, anche in fase ovulatoria, tanto da dover prendere degli antidolorifici anche in assenza di flusso.
Così, vista la mia precedente esperienza e la mia totale mancanza di fiducia nei medici della mia zona, due mesi fa sono tornata a Bologna... Morale: ho dovuto riprendere la pillola, non solo perchè ho una carenza di progesterone, ma anche perché ho una leggera endometriosi! E ancora una volta ho pensato: “Perché non l’ho fatto prima?!”.
Speravo che, a distanza di tempo, le cose fossero migliorate, e invece no: addirittura, la dottoressa che mi ha fatto l’ecografia in ospedale per la sospetta endometriosi non ha fatto altro che criticare l’iniziativa della specialista che me l’aveva prescritta! Ogni ulteriore commento è superfluo...
Per concludere, vorrei rinfrancare l’animo delle donne che si sentono senza speranza, dare loro una spinta in più per reagire: non arrendetevi, ora sapete che se vi rivolgete alle persone giuste la soluzione c’è... E ai medici che vi guardano come foste matte o fissate, fate leggere questa testimonianza!

Enrica M.

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