Guida alla lettura
Analogie potenti e indimenticabili, nello stile essenziale degli Ermetici. Ma sentiamo che non bastano a placare la nostra inquietudine di fronte all’enigma del dolore, e che la divina indifferenza – già cara agli dei dell’Olimpo greco – non può salvarci dal male che ci colpisce. Attenzione, compassione, condivisione sono vie più difficili, ma le sole che possano aiutarci ad attraversare la sofferenza senza smarrire la nostra umanità, e anzi approfondendola giorno dopo giorno, continuando ad amare e ad accettare di essere amati. E’ l’augurio che formuliamo a tutte le nostre lettrici e i nostri lettori, all’alba di questo nuovo anno.
La raccolta “Ossi di seppia” uscì nel 1925 e si articola in otto sezioni: Movimenti, Poesie per Camillo Sbarbaro, Sarcofaghi, Altri versi, Ossi di seppia, Mediterraneo, Meriggi ed ombre. Fanno da cornice un’introduzione (In limine) e una conclusione (Riviere). Il titolo evoca i relitti morti che il mare abbandona sulla spiaggia: in un'epoca in cui nemmeno la poesia può ormai offrire un’interpretazione compiuta della vita, anche le liriche più belle giungono a noi come per caso, frutto di momentanee illuminazioni, sospinte da onde effimere e capricciose.
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori che il prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Biografia
Nel 1925 sottoscrive il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Dal 1927 lavora come redattore presso l’editore Bemporad, a Firenze. Due anni dopo è chiamato a dirigere il Gabinetto scientifico letterario G. P. Vieusseux, da cui sarà espulso nel 1938. Nel frattempo collabora alla rivista Solaria, frequenta Carlo Emilio Gadda e Elio Vittorini, e scrive per quasi tutte le riviste letterarie del tempo. Nel 1948 si trasferisce a Milano: collaboratore del Corriere della sera, si occupa di critica letteraria e musicale, e scrive reportage culturali da vari Paesi, fra cui il Medio Oriente.
Riceve tre lauree ad honorem (a Milano nel 1961, a Cambridge nel 1967 e a Roma nel 1974), la nomina a senatore a vita nel 1967 e il premio Nobel per la Letteratura nel 1975.
Muore a Milano il 12 settembre 1981: è sepolto nel cimitero della chiesa di San Felice a Ema, a sud di Firenze, accanto alla moglie Drusilla. Le sue più importanti raccolte poetiche sono “Ossi di seppia” (pubblicata nel 1925), “Le occasioni” (1939) e “La bufera” (1956). Le ultime opere includono “Xenia”, pubblicata nel 1966 e dedicata alla moglie, “Satura” (1971), “Diario del 71 e 72”.
Montale si colloca nella linea più ortodossa dell’ermetismo, ossia di quella corrente poetica del Novecento caratterizzata da tre atteggiamenti fondamentali: la ricerca della parola pura, essenziale, scarnificata, libera da nessi logici e discorsivi, e nella quale possano liberamente vibrare anche le cose non dette; l’uso di immagini analogiche, ma con nessi equivoci e difficili da decifrare; l’attenzione per il tono della parola-suono considerata in se stessa, avulsa da sviluppi melodici.
Fedele a questa impostazione, la sua poesia esprime sensazioni piuttosto che sentimenti; una visione delle cose assorta e perplessa; ma anche una sofferta coscienza del mondo e della vita.