Francesca S.
Considerando la sua storia clinica, con la presenza di dismenorrea invalidante, dolore pelvico e dolore alla penetrazione profonda (dispareunia profonda) ormai di lunga durata, la diagnosi di endometriosi è altamente probabile. Una visita ginecologica accurata può essere molto utile per confermare un’endometriosi a livello del fornice vaginale superiore, del Douglas e/o dei ligamenti uterosacrali responsabile del dolore alla penetrazione profonda. Un’ecografia pelvica accurata, il dosaggio del Ca 125, e una risonanza magnetica pelvica possono confermare il dubbio diagnostico. Qualora questi esami fossero negativi, potrebbe trattarsi di un’endometriosi “sottosoglia”, ossia già presente ma con isole endometriosiche non ancora sufficientemente grandi per essere visualizzate con gli attuali mezzi di indagine.
Il dolore invalidante legato al ciclo merita tuttavia di essere senz’altro trattato con progestinici come il dienogest (l’unico approvato al mondo e in Italia con questa indicazione). In caso di rischio coagulativo, i progestinici sono utilizzabili anche secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità , meglio se dopo consulenza con un collega esperto di rischio coagulativi. Questa terapia con il dienogest, che va assunta in continua così da evitare la mestruazione, potrebbe evitare la dismenorrea e ridurre drasticamente il dolore pelvico e il dolore ai rapporti.
Il ginecologo curante valuterà poi se potrebbe essere utile sottoporla a una laparoscopia diagnostica per valutare la condizione dei suoi organi pelvici, l’eventuale presenza di focolai di endometriosi e aderenze cicatriziali.
Il dolore all’inizio della penetrazione (dispareunia superficiale) non riconosce invece l’endometriosi tra le possibili cause; la condizione patologica più frequentemente associata a dolore in sede di penetrazione è la vestibolite vulvare, recentemente rinominata vestibolodinia provocata: è un’infiammazione cronica del vestibolo vaginale (introito della vagina), generalmente associata ad infezione cronica da Candida, con iperattivazione dei mastociti (le cellule del sistema immunitario che rappresentano la prima linea di difesa dell’organismo), e ad ipertono del muscolo elevatore dell’ano (il principale muscolo del pavimento pelvico).
Nel suo caso, il dolore provocato dalla penetrazione profonda potrebbe avere favorito proprio la progressiva contrazione dei muscoli perivaginali, rendendo difficile la penetrazione stessa e provocando piccole abrasioni ad ogni tentativo: queste abrasioni, con il tempo, potrebbero aver dato origine alla vestibolite vulvare. Le due patologie, nel suo caso, potrebbero risultare così collegate dall’ipertono del pavimento pelvico.
Dalla vestibolite si può guarire instaurando un corretto e completo piano terapeutico (farmaci antimicotici, probiotici intestinali, miorilassanti, modulatori dell’attività del mastocita). E’ inoltre utile ricorrere a sedute di riabilitazione del pavimento pelvico per ottenere il necessario rilassamento del muscolo elevatore dell’ano. Prima però è necessario procedere a una corretta diagnosi differenziale per individuare quali dei fattori predisponenti siano effettivamente coinvolti nel suo caso.
Su questo sito, e in particolare ai link sotto riportati, potrà trovare ulteriori approfondimenti sia sull’endometriosi che sulla vestibolite vulvare. Un cordiale saluto.